Cessione del quinto rifiutata? I motivi e cosa fare

La cessione del quinto può essere considerata come un diritto del dipendente, nel senso che il datore di lavoro non può rifiutarsi di concederla. In alcuni specifici casi però è possibile trovarsi davanti ad una cessione del quinto rifiutata.

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La cessione del quinto può essere rifiutata?

Quando possono rifiutare la cessione del quinto? Pensavo fosse un mio diritto!“: questa la domanda di un nostro cliente che ha incontrato difficoltà a ottenere la delibera per la sua richiesta di quinto.

I motivi che determinano il rifiuto di una cessione del quinto, se parliamo di dipendenti di aziende private, spesso sono vincolati alla mancanza della copertura assicurativa. Ne distinguiamo due:

  • polizza rischio vita
  • polizza rischio impiego

La sottoscrizione di queste coperture è obbligatoria, perché rappresentano il principale strumento di tutela per l’istituto di credito in caso di perdita del lavoro o decesso.

Con la mancata concessione di queste due, non si può parlare di assicurazione che rifiuta la cessione del quinto ma sicuramente questa situazione rappresenta un grosso ostacolo al suo ottenimento.

Una cessione del quinto senza assicurazione, infatti, semplicemente non esiste.

Polizza rischio vita

Un cliente che richiede la cessione del quinto deve godere di buona salute; nel caso in cui ci siano o ci siano state problematiche di questo tipo, evidenti dagli estratti conti contributivi del cliente, l’assicurazione può:

  • rifiutare l’emissione della polizza, quindi non assicurare il cliente
  • chiedere approfondimenti

In questo secondo caso l’assicurazione può richiedere la compilazione del RVM medico (rapporto di visita medica). Consiste in un questionario, che l’assicurazione chiede al medico di base del cliente dovrà firmare, nel quale sono riportate una serie di domande inerenti lo stato di salute del cliente.

Solo dopo aver ricevuto questo documento correttamente compilato, la compagnia assicurativa stabilirà se emettere o no l’assicurazione rischio vita, pertanto determinare la fattibilità della pratica di cessione del quinto.

L’RVM viene richiesto anche in caso di cessione del quinto di importo elevato o se il cliente percepisce una pensione di invalidità.

Polizza rischio impiego

Per quanto riguarda la polizza rischio impiego, questa coinvolge i soli lavoratori dipendenti, escludendo pertanto i pensionati.

La polizza assicurativa rischio impiego garantirà la copertura parziale o totale del debito residuo di questo finanziamento nel caso in cui il cliente, non per giusta causa, dovesse perdere il posto di lavoro.

L’emissione di questa polizza è correlata allo stato di salute, alla stabilità ed affidabilità dell’azienda in cui il dipendente è assunto (la cosiddetta quotazione assicurativa).

Migliore sarà la qualità dell’azienda in cui il dipendente lavora, maggiori saranno le possibilità di ottenere questo finanziamento; questo punteggio di qualità influenzerà anche l’importo che il cliente potrà ottenere.

Motivi di rifiuto cessione del quinto

Davanti all’esito negativo per una cessione del quinto, possiamo andare a cercare i principali motivi di rifiuto sia dalla parte del cliente, sia dalla parte del datore di lavoro.

Cessione del quinto rifiutata: cliente

  • problemi di salute del cliente: in questi casi sono emerse negatività sullo stato di salute del cliente; possono essere correlate allo stato di salute attuale o ad eventi passati, comunque evidenti dagli estratti conti contributivi. Ad esempio un prepensionamento, dovuto a gravi motivi di salute oppure a lunghi periodi di malattia o infortunio, dati presenti negli estratti conti contributivi INPS
  • recente assunzione: l’assunzione minima richiesta sono 3 mesi per dipendenti pubblici e statali, 6 mesi per i dipendenti di aziende private. Nel secondo caso, come vedremo in seguito, il TFR gioca un ruolo fondamentale per il buon esito della richiesta, pertanto un neo assunto potrà ottenere con meno semplicità questo finanziamento. Puoi valutare la cessione del quinto no TFR
  • reddito mensile basso: per la maggior parte delle finanziarie al cliente, decurtata la rata della cessione del quinto, deve rimanere un netto mensile di circa € 500,00; se assunti con contratto di lavoro part time o se percettori di una pensione minima, la pratica potrebbe non essere approvata in quanto il reddito mensile percepito sfora questa condizione
  • cessione del quinto non rinnovabile: in questi casi il cliente ha già la cessione del quinto ma al momento non può rinnovarla in quanto non sono decorsi i termini previsti dalla legge. Se vuoi sapere di più sui casi di rinnovo cessione del quinto rifiutato, leggi il nostro approfondimento sul rifinanziamento cessione del quinto.
  • TFR in fondo pensione aperto: se il TFR non è accantonato in azienda o presso un fondo di categoria (esempio Fondo Cometa), ma in un fondo assicurativo, per la natura di quest’ultimo spesso la pratica risulterà non fattibile.
  • TFR insufficiente: per i dipendenti di aziende private, il trattamento di fine rapporto è un aspetto essenziale per la fattibilità della pratica. Questo valore sarà moltiplicato per un dato ben preciso (che varia da azienda ad azienda). Se il moltiplicatore non è elevato, per un’azienda specifica, il TFR necessario alla fattibilità della pratica dovrà per forza essere considerevole.

Cessione del quinto rifiutata: datore di lavoro

  • azienda non assumibile (o non assicurabile): ogni assicurazione ha propri parametri di giudizio e pertanto generalizzare risulta non semplice. Possiamo dire ad esempio che alcune assicurazioni non gradiscono un’azienda semplicemente per il settore in cui operano (esempio ristorazione, settore edile, settore pulizia) o per la forma giuridica dell’azienda (esempio cooperative, ditte individuali). Quando un’azienda non è gradita all’assicurazione non vuol dire che la stessa vive momenti difficili; possono essere svariate le motivazioni. Di certo aziende con bilanci in negativo, cassa integrazione ordinaria o straordinaria, sono facilmente non gradite.
  • numero dipendenti inferiore a 16: per le aziende private è quasi sempre richiesta questa condizione; almeno 16 dipendenti assunti a tempo indeterminato. Esiste comunque una soluzione, per maggiori dettagli leggi questo nostro articolo cessione del quinto dipendenti piccole aziende
  • natura giuridica dell’azienda (esempio sas, snc): da molte assicurazioni non sono gradite richieste di cessione del quinto di dipendenti assunti per ditte individuali, sas e snc.

Rifiuto cessione del quinto per segnalazione Crif

Esiste una correlazione fra cessione del quinto e Crif? Michele, nostro cliente, ci ha contattato chiedendoci:

Buongiorno, sto cercando in internet una soluzione. Vi spiego…ho chiesto alla mia banca, Unicredit di Verona, un prestito tramite busta paga. Sembrava tutto ok visto l’azienda per cui lavoro da 10 anni.

Per farla breve, mi hanno mandato un messaggio del tipo cessione del quinto segnalazione crif. Ma come è possibile? La cessione del quinto viene segnalata in crif?

Questo aspetto, al momento, coinvolge poche società finanziarie. Alcuni istituti di credito valutano le banche dati creditizie, negando a volte la fattibilità della pratica in presenza di dati negativi o semplicemente per un eccessivo indebitamento del cliente.

Michele ha ottenuto il suo finanziamento anche se risulta in Crif una segnalazione per sofferenza di un altro finanziamento.

Si può verificare questa condizione anche se:

  • il cliente ha tutti i requisiti minimi richiesti
  • l’azienda è valutata positivamente da parte delle compagnie assicurative
  • il datore di lavoro non è contrario a questa formula di finanziamento

Se hai riscontrato problemi con la cessione del quinto per questa motivazione, contattaci ora! Troveremo la soluzione adatta alle tue esigenze.

Rifiuto datore di lavoro cessione del quinto

Il datore di lavoro può rifiutare la cessione del quinto? No.

Stando alla Legge Finanziaria del 2005, il datore di lavoro non può opporsi in alcun modo alla concessione di un prestito tramite cessione del quinto ad un suo dipendente.

Dal punto di vista burocratico, in fase preliminare il datore di lavoro è tenuto a rilasciare il certificato di stipendio, che documenta la situazione economica del dipendente.

Una volta che quest’ultimo e l’istituto di credito hanno raggiunto un accordo su importo del prestito e piano di rimborso, al datore di lavoro viene richiesto di compilare l’atto di benestare, un documento con il quale viene messo a conoscenza delle condizioni contrattuali.

Con l’atto di benestare il datore è anche chiamato a verificare la regolarità delle condizioni stesse, controllando ad esempio che la rata concordata non superi il 20% dello stipendio del dipendente.

Firmato l’atto di benestare, il datore di lavoro è tenuto a versare regolarmente le rate con trattenuta diretta in busta paga, ponendo il TFR del dipendente a garanzia.

L’unico caso in cui il datore ha il diritto di rifiutarsi è davanti ad una richiesta di delega di pagamento, nota anche come doppia cessione del quinto.

Cessione del quinto respinta, cosa fare in questi casi?

Cessione del quinto negata? Ti consigliamo di valutare la richiesta con un’altra società.

Affidandoti a 4Credit puoi scoprire con quale istituto hai la reale possibilità di ottenere la tua cessione del quinto in quanto, grazie alle nostre convenzioni, possiamo confrontare diverse compagnie assicurative.

Anche se la valutazione della tua azienda non è risultata positiva per una compagnia, probabilmente un’altra, nostra partner, potrebbe rivalutare positivamente la tua pratica.

4Credit è una società di mediazione del credito regolarmente iscritta all’albo OAM n. iscrizione M359.

Il nostro compito è trovare la risposta alla tua domanda, individuando la compagnia assicurativa disposta a procedere con parere favorevole.

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La cessione del quinto può essere rifiutata?

Sì, nel caso in cui manchino i presupposti per la concessione della copertura assicurativa rischio vita o rischio impiego.

Posso ottenere una cessione del quinto senza assicurazione?

No, la copertura assicurativa è obbligatoria per il buon esito della richiesta di cessione del quinto.

La delega di pagamento può essere rifiutata dal datore di lavoro?

Sì, è nei suoi diritti.

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129 commenti su “Cessione del quinto rifiutata? I motivi e cosa fare

  1. Salve ho fatto richiesta di cessione del quinto,ma m sono state respinte per TFR troppo basso e per Azienda con punteggio basso,è una srls.
    Ho possibilità di ricevere questa cessione?assunto a tempo indeterminato,assunzione nel 2021 TFR di circa 2000euro e busta paga al netto di 1200 euro.grazie

    Rispondi
    • Umberto buongiorno,
      teoricamente si, esiste, fra le varie soluzioni, anche la cessione del quinto no tfr. Ovviamente dipenderà dalla valutazione assicurativa della sua azienda; se saranno soddisfatti i requisiti allora saremo in grado di formularle un preventivo.

  2. salve, ho appena saputo che la mia amministrazione (difesa), ha rifiutato l atto di benestare per un rinnovo cessione del quinto, questo pua avendo abbassato la rata da 460 a 430 e pur rientrando nel quinto cedibile.
    la motivazione sta nel fatto che, avendo anche la delega ridotta, perchè è subentrato un pignoramento. comunque tutto rientra nel quinto cedibile e nel 50% dello stipendio.
    si puo fare qualcosa per risolvere? hanno agito lecitamente?

    Rispondi
    • Michele buongiorno,
      a quanto scrive l’amministrazione avrebbe dovuto concedere il rinnovo; la finanziaria a cui si è rivolto ha preso contatti con la sua amministrazione per cercare di risolvere la posizione?

    • no, la banca non ha preso contatti, però mi hanno anticipato che, se l amministrazione risponde negativamente nn si puo fare nulla, ma io nn ci credo. comunque la mia amministrazione risponderà chiederà di ridurre la rata della cessione per far rientrare la delega. loro hanno timore che la finanziaria, a cui è stata ridotta la delega per far spazio al pignoramento, posso rivalersi sull amministrazione per aver concesso la rinegoziazione della cessione. a questo punto sono sconcertato, perché è un mio diritto rinegoziare la cessione

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